Cosa vedere in Salento in inverno

Ecco perché visitare il tacco d’Italia è bello anche fuori stagione

E se ti dicessimo che il Salento è bello anche in inverno? Ebbene sì, qui “lu sule, lu mare e lu ientu” sono disponibili 365 giorni l’anno. Sarà una vacanza un po’ controcorrente ma bellissima. Un viaggio appassionante in una terra ricca di storia e tradizioni, dove certamente non mancherà il buon cibo, l’accoglienza calorosa degli abitanti e un cielo azzurro e terso più che mai. Sfatiamo questo mito: il Salento non è solo spiagge da cartolina, acque cristalline e movida notturna. Ecco a te alcuni buoni motivi per visitare da novembre a febbraio il territorio più a sud del tacco d’Italia!

Stradina di Ostuni
Ostuni – Scorcio natalizio

Iniziamo subito con una precisazione: il Salento è il territorio della Puglia che comprende tutta la provincia di Lecce, ma anche la parte centro-meridionale del brindisino e quella sud-orientale del tarantino.

Per fare un tour del Salento in questo periodo, immaginando di avere a disposizione poco più di 4 giorni, il nostro suggerimento è di pernottare a Lecce, o nei suoi dintorni, e pianificare poi degli spostamenti in giornata. Lecce infatti ha una posizione abbastanza centrale ed è ben collegata alle mete limitrofe più suggestive. Una struttura che ci sentiamo di consigliare è Palummare Agri Hotel, un luogo dove l’attenzione agli ospiti è messa al centro. Uno di quegli alloggi che potremmo definire “insoliti” e wild.

Lecce

Il racconto del Salento d’inverno non può non incominciare dal suo cuore: Lecce, baluardo del barocco che qui si declina in un modo talmente particolare da meritarsi l’appellativo di barocco leccese. Lo stile architettonico ricorda in alcuni tratti la capitale toscana, per questo Lecce è anche nota come la “Firenze del sud”.

Lecce è una città che entra subito nel cuore dei turisti grazie alla sua magica atmosfera. Una città piccola ma elegante, capace di stupire in ogni suo angolo. Per chi visita il Salento, la tappa a Lecce è assolutamente obbligatoria. Una giornata sarà sufficiente per girarla in lungo e in largo.

Basilica di Santa Croce a Lecce
Basilica di Santa Croce – Lecce

Cosa non ti puoi assolutamente perdere?

La Basilica di Santa Croce, situata in Corso Umberto I e realizzata dallo scultore Cesare Penna nel 1549, e Palazzo dei Celestini, alla destra della Basilica. Piazza Sant’Oronzo e l’adiacente Anfiteatro Romano; il Duomo e la sua piazza (di recente scelta da Dior come palcoscenico della celebre sfilata Cruise 2021); il Teatro Greco; le tre porte della città (Porta Rudiae, Porta Napoli e Porta San Biagio) e tutte le vie adiacenti del centro storico. Castello Carlo V, le mura urbiche della città e il Teatro Apollo.

TRAVEL TIP 

Il centro storico di Lecce è pieno di botteghe d’artigiani che lavorano la cartapesta e la pietra leccese. Qui potrai trovare il souvenir perfetto per ricordare questo viaggio!
Il miei simboli preferiti sono il pumo - portafortuna che rappresenta il bocciolo che sta per schiudersi, quindi sinonimo di prosperità e di fecondità - e le comari - massaie con i grembiuli colorati, simbolo per eccellenza della tradizione salentina.

DOVE MANGIARE A LECCE?

La selezione è davvero difficile perché i posti dove mangiare bene qui sono tantissimi, ti facciamo solo alcuni nomi:

TRAVEL TIP

Se ti trovi a Lecce l'ultima domenica del mese, fai un salto al mercatino vintage di via XX Settembre: è davvero stupendo e troverai tantissimi oggetti di antiquariato unici. 

Campanile e Duomo di Lecce
Duomo e Campanile di Lecce

Partendo da Lecce, ecco un paio di itinerari giornalieri che ti consigliamo di fare e che ti racconteranno storie di dame, cavalieri, battaglie e castelli.

Itinerario cervo bianco

Brindisi

Brindisi è una città antichissima, suggestiva e ricca di storia. Fondata dai Messapi, venne chiamata così per la particolare morfologia del porto naturale che ricorda le corna del cervo (brunda in lingua messapica significa infatti “testa del cervo”).

Partendo da Piazza Duomo, dove potrai ammirare anche la splendida Cattedrale, dirigiti verso il Porto di Brindisi, il cuore pulsante della città, dal sapore un po’ californiano. All’ingresso del porto, una scalinata con i resti di due antiche colonne romane, che segnavano la fine della Via Appia.

FUN FACT

Conosciuta anche come Porta d’Oriente, durante l’Impero Romano fu scelta come porto principale verso i paesi orientali e collegata a Roma tramite la celebre Via Appia.

La scalinata è detta “virgiliana” perché conduce alla dimora del sommo poeta Virgilio che morì qui nel 19 AC.

Nei dintorni del porto, potrai ammirare il Castello Aragonese, noto anche come Forte a Mare, attualmente in ristrutturazione e non visitabile, e il Castello Svevo, definito Castello di Terra per distinguerlo dal primo.

Poco noto ai turisti ma davvero molto suggestivo, il Tempio San Giovanni al Sepolcro, riproduzione fedele della Rotonda dell’Anastasis del Santo del Sepolcro di Gerusalemme, risale all’epoca dei cavalieri templari. Si narra, infatti, che quest’ultimi nascondessero qui i loro beni più preziosi prima di dirigersi verso l’Oriente.

DOVE MANGIARE A BRINDISI?

Ostuni

La candida città di Ostuni è una delle tappe più amate del Salento. Costruita su una piccola rocca, la città bianca, spicca letteralmente da lontano, già dall’autostrada. Di sera, le luci la illuminano come fosse un bellissimo presepio.

Vista panoramica di Ostuni
Ostuni vista da corso Vittorio Emanuele

Sulla sommità del colle si trova la quattrocentesca Cattedrale di Ostuni con il suo grande rosone a 24 raggi, il Palazzo Vescovile e il vecchio Seminario. Per una vista mozzafiato, ti consigliamo di andare su corso Vittorio Emanuele. 

FUN FACT

Il colore bianco delle case risale all’epoca del Medioevo, quando la peste nera colpì più volte la città e si decise di ricoprire i muri con la calce per igienizzare e rendere le vie del centro asettiche.

La bellezza di Ostuni va scoperta perdendosi tra le vie del centro storico, un su e giù di stradine e vicoli senza tempo. 

DOVE MANGIARE A OSTUNI?
Porta blu e cactus ad Ostuni
Porta Blu – via de Landria Balsamo, 79 – Ostuni

Itinerario Frantoi & Castelli

Sternatia

La prima tappa del giorno, distante appena 15 km da Lecce, è Sternatia. Qui si parla ancora il “griko”, il dialetto di matrice greca.

Il gioiello di Sternatia è il maestoso Palazzo Granafei che è stato costruito dai resti di un antico castello andato distrutto e ne conserva ancora molte caratteristiche, come la struttura a piani, tutti decorati con magnifici affreschi e splendide sculture, che convogliano in un giardino pensile perfettamente intatto.

In questo palazzo troviamo anche uno dei due frantoi ipogei di Sternatia, visitabile e in ottimo stato. Il secondo, distante poche centinaia di metri dal primo, è il frantoio di Porta Fila profondo 8 metri.

FUN FACT

A Sternatia, durante il periodo natalizio, organizzano anche un folcloristico e molto suggestivo presepe vivente.  

Corigliano d’Otranto

Seconda tappa, Corigliano d’Otranto. Anche questo, come Sternatia, è uno dei 9 comuni della Grecìa salentina. Dopo i Greci, la città passò sotto la dominazione Normanna che nel 1465 fece realizzare una cinta muraria e il celebre Castello De Monti, il simbolo della città, definito “il più importante esempio di architettura feudale e militare in Terra d’Otranto”. Nel 1667, il Duca di Corigliano fece del castello la sua dimora, arricchendo la facciata con statue di famosi militari dell’epoca, figure allegoriche e la sua stessa effigie.

Castello De'Monti a Corigliano d'Otranto
Castello De’ Monti – Corigliano d’Otranto

E’ rimasta ancora intatta Porta Sud – in griko Caporta – una sorta di arco di trionfo a ridosso del Castello.

Il centro storico di Corigliano d’Otranto, con le sue tipiche case a corte, si gira in meno di un’oretta. Partendo da Piazza San Nicola, percorrendo via Chiesa, si arriva alla Chiesa Madre e al Campanile del 1467, che originariamente era una torre di vedetta.

FUN FACT

Una leggenda narra che il Campanile rimase incompleto per l'invidia degli abitanti di Soleto - paese confinante a Corigliano d'Otranto - che durante la sua costruzione tolsero la scala al capomastro facendolo cadere e provocandone la morte.

Nei pressi di Piazza San Nicola, vicino alla Torre dell’Orologio, troviamo una dei cortili più caratteristici del paesino, delimitato all’ingresso da Arco Lucchetti, un decoro in pietra leccese che riporta un’ incisione risalente al XIII secolo. Alcuni raccontano essere la dedica d’amore di un uomo per la sua sposa. Un’altra celebre Casa a Corte si trova in via Cavour. Poco più avanti c’è la Chiesa di San Luigi Gonzaga, dove nel periodo natalizio viene realizzato artigianalmente un ammirevole presepe.

Corigliano d’Otranto by Night

Questo paesino è reso assolutamente unico anche dalla presenza, in via Moncenisio, di un maestoso esemplare di Quercia Vallonea, alto circa 15 metri e con una chioma del diametro di 20 metri.

Acaya

Acaya è un piccolissimo paese in provincia di Lecce che conta poco meno di 500 abitanti, una vera e propria perla del Salento. E’ l’unico esempio di città fortificata del Meridione preservata indenne dal tempo e dalle guerre. Il centro storico conserva ancora intatte le mura di cinta – percorribili per un breve tratto ma sufficiente per ammirare la bella vista dall’alto della cittadina – e una delle sue porte d’accesso, Porta Sant’ Oronzo. A differenza della maggior parte dei comuni salentini, organizzati in stradine e viuzze labirintiche, il centro storico di Acaya è impostato come una scacchiera ordinata di strade.  

Bellissimo e molto suggestivo anche il Castello in pietra leccese, visitabile dal martedì alla domenica acquistando un biglietto al costo di € 5,00.

TRAVEL TIP 

Se sei appassionato di golf, o vuoi semplicemente concederti qualche ora di relax  immerso nel verde della macchia mediterranea, non puoi non fare una sosta ad Acaya Golf Club, uno dei campi da golf a 18 buche più apprezzati d’Italia. Al suo interno anche Masseria San Pietro che propone una cucina tradizionale di alto livello con l’impiego di materie prima a km 0.

Nardò

Il tour termina a Nardò, lingua di terra tra Lecce e Gallipoli, scelta come location della fiction di Rai 1 “Gli orologi del diavolo” con Beppe Fiorello. Il suo centro storico è tra i più antichi e preservati del Salento, uno scrigno di bellezze da visitare e angoli da scoprire. Piazza Salandra è il cuore della città con al centro la guglia dell’Immacolata. Sulla piazza si affacciano numerosi monumenti tra cui il Sedile con la statua di San Gregorio Armeno, il palazzo settecentesco dell’Universitas, l’orologio Caccialupi e la fontana del Toro in pietra leccese. Bellissima anche la Cattedrale, la Chiesa di San Domenico, quella di San Giuseppe e quella di Santa Teresa.

Castello Acquaviva di Nardò
Castello Acquaviva – Nardò

Oltre a visitare il centro storico, si può fare sosta anche al castello della famiglia Acquaviva, oggi sede del Comune, in piazza Cesare Battisti. All’interno vengono allestite spesso anche esposizioni e mostre. Accanto al castello vi è il giardino botanico, una monumentale collezione di piante provenienti da ogni parte del mondo. Poco più avanti, in piazza Diaz, si può ammirare anche un esemplare gigante di Ficus Macrophylla.

Ogni prima domenica del mese, a Nardò viene organizzato un mercatino delle pulci in via XX settembre.

Nardò – Gallery

DOVE ANDARE A MANGIARE?

Itinerario Acqua e fuoco

L’ultimo itinerario nel Salento che ti proponiamo è un veloce tour in due delle più belle marine della costa ionica, Gallipoli e Porto Cesareo, e una capatina in un paese davvero speciale se visitato a metà gennaio in occasione della festa del suo santo patrono.

Gallipoli

Dimenticati la frenesia e il caos dell’estate gallipolina, qui l’inverno è pura magia e tranquillità. Il rumore e il profumo del mare, i tiepidi raggi di sole sul viso e il cielo blu cobalto incanteranno anche il turista più scettico.

L’assenza dell’afa estiva e della tentazione di fare un bagno nel mare ti permetteranno di assaporare ogni mq del centro storico di Gallipoli, che si estende su un piccolo isolotto circondato dal mare. Oggi, al posto delle antiche mura della città, c’è una bellissima strada panoramica, la Riviera, che costeggia il lungomare.

Il castello Angioino-Aragonese è il simbolo della città, visitabile solo dall’esterno ad eccezione del Rivellino, la parte più alta della fortezza.

Castello Angioino di Gallipoli
Castello Angioino – Gallipoli

Altri luoghi da vedere sono la Cattedrale di Sant’Agata, uno straordinario capolavoro di impianto barocco e la Chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi con al suo interno la celebre statua del “Malladrone”, definita da D’Annunzio un’opera di «orrida bellezza» per il suo ghigno beffardo e inquietante.  

Un’ultima cosa da vedere a Gallipoli è la bellissima fontana greca, situata in Piazza Aldo Moro e realizzata alla fine del 1500 da uno scultore locale, una sapiente raffigurazione di figure mitologiche.

DOVE MANGIARE A GALLIPOLI?

Porto Cesareo

Dopo pranzo, ti consigliamo di fare una passeggiata anche sul lungomare di Porto Cesareo, distante circa 30 km da Gallipoli. Il tramonto qui, intorno alle ore 16:30, è uno spettacolo imperdibile. Alcuni stabilimenti balneari sono infatti aperti anche d’inverno con servizio bar, uno tra tutti Le Dune Beach. Proprio qui, in concomitanza delle feste natalizie, viene allestito sulla spiaggia un simpatico albero di Natale.

Porto Cesareo – Christmas edition 2020

Novoli

Terminato l’aperitivo e contemplata la bellezza del paesaggio marino d’inverno, ti consigliamo l’ultima tappa a Novoli, un piccolo paese in provincia di Lecce, famoso per la focara – il falò più grande d’Europa – che viene allestita in onore del santo patrono S. Antonio Abate il 16 gennaio. 

Le feste patronali al sud Italia, in generale, sono un vero must e vanno viste almeno una volta nella vita. Questa sarà anche l’occasione per ammirare le tipiche luminarie salentine che decorano le piazze, rivestendo chiese, balconi, palazzi, vicoli con incantevoli giochi di luce e colore.

TRADITIONAL FOOD

  • Purcheddruzzi – dolce salentino tipico natalizio, molto simili agli struffoli napoletani, ma attenzione perché le ricette sono diverse!

  • Pittule – bocconcini di pasta lievitata e fritta

  • Puccia – tradizionale forma di pane farcita a piacimento

  • Orecchiette con le cime di rapa – L’inverno è la stagione delle rape. Sebbene la ricetta originale sia barese, questa pietanza viene ormai cucinata molto bene in tutte le province pugliesi

  • Panzerotto fritto - originario di Bari, come le cime di rapa, ma celebre in tutto il territorio pugliese

  • Ciciri e tria – la versione salentina della classica pasta e ceci. Tria significa pasta fresca fritta in arabo

  • Purpu a’ pignata – un must della cucina salentina invernale e il nome deriva dal tegame in terracotta (la pignata) in cui viene cotto

  • Bombette - involtini di carne di maiale ripieni di formaggio e altri condimenti a scelta

  • Rustici e pasticciotti – evergreen della tradizione salentina, i rustici sono dischi di pasta sfoglia farciti con pomodoro, mozzarella e besciamella. I pasticciotti invece sono un dolce di pasta frolla farcito solitamente con la crema pasticciera (ma ne esistono tante varianti)

  • Vino primitivo di Manduria – della provincia di Taranto, è uno dei vini più apprezzati e amati del territorio pugliese - e Negroamaro, eccellenza del Salento.

Il post non può però terminare senza il lancio del guanto di sfida e visto che abbiamo appena parlato di deliziosi manicaretti ti chiediamo questo: in uno dei ristoranti che proverai, se c’è un piatto tipico che ti piace particolarmente, chiedi la ricetta allo chef e – se riesci ad estorcerla – replicala a casa, pubblica una foto del piatto su Instagram e tagga @thelibratravels.

Per i pro e contro di questo viaggio ti rimando all’articolo “Un Natale nei borghi del Salento“; la playlist ideale per questo on the road, invece, eccola qui!

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